Safeguarding Policy
A.s.d. Nali Yoga aderisce alle Linee Guida in tema di Safeguarding Policy (D.Lgs n°39/2024) per la prevenzione di abusi, violenza e discriminazione nell’attività sportiva.
La nostra associazione ha nominato, nel verbale nr. 182024 del 18/06/2024, come responsabile ReCAViD (Responsabile Contro Abusi, Violenze e Discriminazioni) la D.ssa Cristina Muzzioli per segnalazioni in merito e necessità, ed è contattabile tramite mail all’indirizzo crmuzzi@gmail.com.
Di seguito il Modello Organizzativo ed il Codice di Condotta.
MODELLO ORGANIZZATIVO PER IL CONTRASTO DI ABUSI, VIOLENZE E DISCRIMINAZIONI
Art.1 Finalità
Il presente Regolamento è stato redatto in conformità alle disposizioni di cui al D.lgs. n. 36/2021 e al D.lgs. n. 39/2021, nonché alle disposizioni emanate in materia dalla Giunta Nazionale del CONI, dall’ENDAS Nazionale nonché ai principi fondamentali emanati dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di Safeguarding, al fine di contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione e disciplinare le misure per assicurarne il rispetto, con particolare riguardo alla tutela dei minori.
Art.2 Destinatari
Sono tenuti al rispetto del seguente regolamento tutti i Tesserati, Associati, Dirigenti, Dipendenti, Collaboratori e tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con l’Associazione.
Art.3 Comportamenti e condotte rilevanti
Costituiscono comportamenti rilevanti ai fini del presente Regolamento:
a) l’abuso psicologico;
b) l’abuso fisico;
c) la molestia sessuale;
d) l’abuso sessuale;
e) la negligenza;
f) l’incuria;
g) l’abuso di matrice religiosa;
h) il bullismo, il cyberbullismo;
i) i comportamenti discriminatori.
Ai fini del presente articolo, si intendono:
- per “abuso psicologico” qualsiasi atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere negativamente sul senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
- per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale di causare, direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena crescita. Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato/associato a svolgere un’attività fisica inappropriata, come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti e le pratiche di doping;
- per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
- per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un tesserato/associato a porre in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il tesserato/associato in condizioni e contesti non appropriati
- per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato/associato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato/associato;
- per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessità fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo;
- per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto si professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico, il culto purché non si ratti di riti contrari al buon costume;
- per “bullismo/cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo individuo o più soggetti, possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di uno o più tesserati/associati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato/associato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un tesserato/associato che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima);
- per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social- economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
Le condotte rilevanti possono essere tenute in ogni forma e/o modalità, ivi comprese:
- di persona;
- tramite ausili informatici (social network, web, e-mail, messaggi, etc).
Art.4 Principi e comportamenti da tenere
I Soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti al rispetto dei seguenti principi e comportamenti:
- uguaglianza e tutela della libertà, della dignità e dell’inviolabilità della persona;
- attenzione e impegno a garantire uguali condizioni, senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere, orientamento sessuale, disabilità e altro;
- attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche indirettamente, con particolare riguardo a soggetti minorenni;
- segnalazione di ogni circostanza di interesse, agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
- confronto con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni o direttamente con il Safeguarding Officer dell’ENDAS, ove si abbia il sospetto che possano essere attuate condotte rilevanti ai sensi del presente Regolamento;
- svolgimento dell’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo del tesserato/associato, tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso;
- programmazione e gestione dell’attività, anche in occasione delle trasferte, individuando soluzioni organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati;
- autorizzazione degli esercenti la responsabilità genitoriale in caso di tesserati/associati minorenni, da conservare nei termini di legge, qualora siano programmate sedute di pratica singole e/o in orari in cui gli spazi utilizzati per le normali attività non siano usualmente frequentati;
- prevenzione, durante la pratica yoga, di tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti con azioni di sensibilizzazione e controllo;
- sensibilizzazione ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo la pratica yoga, che gli apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla pratica yoga e compresi tra quelli indicati dal presente Regolamento, possono essere lesivi della dignità, del decoro della persona;
- favorire la rappresentanza paritaria di genere.
Art.5 Tutela dei minori
I soggetti chiamati a svolgere attività dirette con minori, a prescindere dalla forma e dal tipo di rapporto di lavoro e collaborazione intrattenuta, sono tenuti a richiedere copia del casellario giudiziario.
Art.6 Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
Con lo scopo di prevenire e contrastare gli abusi, le violenze e le discriminazioni, in linea con le vigenti disposizioni, è nominato un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è competente altresì per la verifica di situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle competenze della Giustizia Sportiva, nonché per le azioni di prevenzione.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è nominato dal Consiglio Direttivo, scelto tra Professionisti che si siano contraddistinti per la loro professionalità, principi etici e che:
- non abbia riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori ad un anno, ovvero a pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici superiore ad un anno;
- non abbia riportato, nell’ultimo decennio, squalifiche o inibizioni sportive definitive complessivamente superiori ad un anno, fatti salvi i casi di riabilitazione da parte delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva, del CONI o di Organismi Sportivi Internazionali riconosciuti;
- non abbia subito una sanzione a seguito dell’accertamento di una violazione delle Norme Sportive Antidoping del CONI o delle disposizioni del Codice Mondiale Antidoping WADA;
- non abbia in essere controversie giudiziarie contro l’Ente, il CONI o con le Federazioni Sportive Nazionali o contro altri Organismi riconosciuti dal CONI stesso.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni nell’espletamento delle sue funzioni, si occupa in particolare di:
- vigilare sull’adozione e sull’aggiornamento dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva, nonché dei codici di condotta, segnalando le violazioni dei predetti obblighi e eventuali condotte rilevanti, al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale;
- adottare le opportune iniziative per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
- partecipare al Tavolo Permanente sulle politiche di Safeguarding, coordinato dal Safeguarding Officer ENDAS Nazionale.
- relazionare, con cadenza semestrale, sulle politiche di Safeguarding al Consiglio Direttivo;
- interfacciarsi per le politiche di Safeguarding, per tutti gli adempimenti necessari, con il Safeguarding Officer ENDAS Nazionale, al quale fornisce informazioni e ogni eventuale documento richiesto;
- svolgere ogni altra funzione eventualmente attribuita dal Consiglio Direttivo.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni dura in carica quattro anni e non può essere revocato e/o sostituito se non per giusta causa.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni ha la facoltà di avvalersi di esperti scelti in collaborazione con il Legale Rappresentante, le cui competenze siano opportune o necessarie in relazione a singole azioni o procedimenti.
Art.7 Misure Preventive e Gestione del Rischio
Allo scopo di prevenire ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati, specie se minori, è obbligatoria la partecipazione al Tavolo Permanente ENDAS coordinato dal Safeguarding Officer ENDAS e composto dal Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Le attività di prevenzione contro illeciti e irregolarità hanno l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli per il benessere del tesserato/associato e ogni forma di discriminazione, con progetti ad-hoc, a titolo esemplificativo: progetti formativi calendarizzati, campagne di sensibilizzazione e ogni altra attività si renda necessaria allo scopo, anche su proposte pervenute dai tesserati/associati su email dedicata: crmuzzi@gmail.com.
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, dovrà assicurarsi che all’interno della propria struttura sia in vigore un modello organizzativo performante per l’attività dell’Associativa, prevedendo quanto necessario per l’attuazione delle procedure (esempio: procedura accesso ai locali degli allenamenti dove è previsto un contatto fisico, procedure per viaggi, trasferte e manifestazioni sportive, eventuali convenzioni con medici sportivi e psicologi per la cura dei minori).
Art.8 Misure di Contrasto
Tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nelle attività dell’Associazione che vengono a conoscenza di comportamenti rilevanti, sono tenuti a segnalare tempestivamente al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, inoltrando comunicazione. Quest’ultimo deve comunicare tempestivamente al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale nelle modalità previste dalla Procedura per le segnalazioni di illeciti e irregolarità.
L’A.s.d. Nali Yoga garantisce la riservatezza del Segnalante, fatto salvo nei casi in cui sia evidente e comprovata la responsabilità dello stesso per reati di calunnia e/o diffamazione.
In caso di procedimento disciplinare a seguito di accertata violazione, lo stesso si svolgerà nelle modalità e nei termini previsti dal Regolamento di Giustizia e nel rispetto della normativa vigente.
Art.9 Responsabilità
Il mancato adeguamento agli obblighi di cui al presente Regolamento ovvero la dichiarazione non veritiera rispetto ai predetti obblighi, costituisce violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza, ai sensi del Regolamento di Giustizia.
Art. 10 Monitoraggio risultati
Al fine di rendere performante il presente Regolamento, su input della relazione semestrale redatta dal Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni il Consiglio Direttivo provvederà a valutare che le politiche messe in atto siano in linea con gli obiettivi prefissati e apporrà gli eventuali correttivi e/o integrazioni necessarie proposte dal Responsabile.
Art.11 Pubblicità e diffusione politiche Safeguarding
La diffusione del seguente Regolamento è obbligatoria e deve essere effettuata con tutti i mezzi (informatici, affissione, messa a disposizione).
La mancata pubblicità del Regolamento e suo materiale correlato, costituisce illecito e deve essere segnalato al Safeguarding Officer ENDAS Nazionale.
Art.12 Riservatezza e privacy
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni è tenuto agli obblighi di riservatezza previsti dal Regolamento del Safeguarding. L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone diverse da quelle competenti a ricevere o a dare seguito alle segnalazioni. La protezione riguarda non solo il nominativo del segnalante ma anche tutti gli elementi della segnalazione dai quali si possa ricavare, anche indirettamente, l’identificazione del segnalante e dei soggetti coinvolti. Le documentazioni relative alle segnalazioni devono essere conservate nel rispetto del GDPR 2016/679 e conservate per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e comunque non oltre 5 anni a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito finale della segnalazione.
Art.13 Ritorsioni
Costituisce violazione al presente Regolamento, al Codice di Condotta, qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato e/o minacciato, con volontà di provocare danno ingiusto alla persona segnalante, in relazione alla segnalazione presentata, punibile ai sensi dei Regolamenti interni dell’ENDAS.
Art.14 Norme finali/Transitorie
Entro il 31 Agosto 2024 è adottato il Modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva nonché il Codice di Condotta, conformi alle Linee Guida predisposte dall’ENDAS.
Entro il 1° luglio 2024 è nominato il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni di cui all’art. 10. La nomina dovrà, senza indugio, essere comunicata al Safeguarding Officer Nazionale ENDAS.
Le sanzioni in caso di mancato adempimento degli obblighi di cui al presente Regolamento, si applicano a partire dal 1° Gennaio 2025.
Per quanto non esplicitamente previsto, si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto, dalla normativa vigente e da tutta la Regolamentazione dell’ENDAS, incluso il Codice Etico e il Codice di Condotta.
Il presente Regolamento, approvato dal Consiglio Direttivo, entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul sito dell’Associazione.
CODICE DI CONDOTTA
Art.1 Finalità e principi
Il presente codice fornisce regole, raccomandazioni e orientamenti pratici, a tutela dei minori, per prevenire ogni fenomeno di abuso, maltrattamento e discriminazione, con lo scopo di promuovere lo sviluppo e l’attuazione di politiche e prassi volte ad assicurare un ambiente in cui le relazioni interpersonali siano improntate alla correttezza, dignità e rispetto reciproci.
E’ ispirato dai seguenti principi etici:
- Rifiuto di ogni forma di violenza fisica e psicologica
- Rifiuto di ogni discriminazione e abuso
- Valorizzazione del minore nel rispetto e nell’integrità dello stesso
- Salvaguardia e protezione dei diritti dei minori
- Rispetto allo svolgimento di una pratica sportiva sana
- Rispetto per il prossimo
- Dignità della Persona
- Valorizzazione delle diversità
- Trasparenza
- Imparzialità e Correttezza
- Salute e Sicurezza
Art. 2 Definizioni di Abuso, Maltrattamento e Discriminazione
L’abuso di minore: qualsiasi azione che comporti un danno reale o potenziale per un bambino o una bambina come l’abuso fisico, la violenza psicologica, l’abuso sessuale, l’abbandono (o la negligenza), lo sfruttamento per fini commerciali o per qualsiasi altro fine.
Maltrattamento sui minori: Il maltrattamento sui minori secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è definito come: tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente nonché sfruttamento sessuale o di altro genere che provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere.
La discriminazione è un comportamento che causa un trattamento non paritario di una persona o un gruppo di persone, nel caso di specie bambini, in virtù della loro appartenenza ad un determinato gruppo sociale, ingiustificatamente trattata in modo diverso o esclusa da un servizio o da un’opportunità sulla base di una delle seguenti condizioni: nazionalità, sesso, etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o salute.
Art. 3 Destinatari
Sono tenuti all’osservanza del presente codice tutti i soggetti che partecipano a diverso titolo alle attività dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Nali Yoga (A.s.d. Nali Yoga), con particolare rilievo per le seguenti figure:
- Tesserati
- Dirigenti e Operatori Sportivi
- Associati
Art. 4 Doveri e obblighi dei tesserati
- Comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntata al rispetto nei confronti degli altri tesserati;
- astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
- garantire la sicurezza e la salute degli altri tesserati/associati, impegnandosi a creare e a mantenere un ambiente sano, sicuro e inclusivo;
- impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri tesserati/associati nei percorsi educativi e formativi;
- impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
- instaurare un rapporto equilibrato con coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la cura degli associati minorenni ovvero loro delegati;
- prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una comunicazione sana, efficace e costruttiva;
- affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
- collaborare con gli altri tesserati/associati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi, violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
- segnalare senza indugio al Responsabile a tale scopo nominato, contro abusi, violenze e discriminazioni situazioni, anche potenziali, che espongano sé o altri a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
Art.5 Doveri e obblighi dei dirigenti sportivi e tecnici
- Agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
- astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o influenza nei confronti dei tesserati/associati, specie se minori;
- contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei tesserati/associati, in particolare se minori;
- evitare ogni contatto fisico non necessario con i tesserati/associati, in particolare se minori;
- promuovere un rapporto tra tesserati/associati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore;
- astenersi dal creare situazioni di intimità con il tesserato/associato minore;
- attuare, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
- comunicare e condividere con il tesserato/associato minore gli obiettivi educativi e formativi, illustrando le modalità con cui si intendono perseguire tali obiettivi e coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o i soggetti cui è affidata la loro cura ovvero loro delegati;
- astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il tesserato/associato minore, anche mediante social network;
- interrompere senza indugio ogni contatto con il tesserato/associato minore qualora si riscontrino situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
- impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o gestione di regimi alimentari in ambito sportivo;
- segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
- dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse;
- sostenere i valori del sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per alterare le prestazioni sportive dei tesserati/associati;
- conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
- astenersi dall’utilizzo, dalla riproduzione e dalla diffusione di immagini o video dei tesserati/associati minori, se non per finalità educative e formative, acquisendo le necessarie autorizzazioni da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o dai soggetti cui è affidata la loro cura ovvero da loro delegati;
- segnalare senza indugio al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni situazioni, anche potenziali, che espongano i tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
Art. 6 Diritti, doveri e obblighi degli atleti
- Rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco;
- comunicare le proprie aspirazioni ai dirigenti e ai tecnici e valutare in spirito di collaborazione le proposte circa gli obiettivi educativi e formativi e le modalità di raggiungimento di tali obiettivi, anche con il supporto di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o dei soggetti cui è affidata la loro cura, eventualmente confrontandosi con gli altri associati;
- comunicare a dirigenti e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé o altri;
- prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri tesserati/associati;
- rispettare e tutelare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e, più in generale, di tutti i soggetti coinvolti nelle attività sportive;
- rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti e dei tecnici;
- mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque coinvolto nelle attività sportive;
- riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti ovvero ai loro delegati;
- evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti e tecnici, anche in occasione di trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
- astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto, segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o ai soggetti cui è affidata la loro cura ovvero ai loro delegati, nonché al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni;
- segnalare senza indugio al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni situazioni, anche potenziali, che espongano sé o altri a pericolo o pregiudizio.
Art. 7 Selezione Operatori Sportivi
Tutti gli Operatori Sportivi sono selezionati nel rispetto dei seguenti elementi imprescindibili e nel rispetto della procedura di Selezione predisposta dall’ENDAS Nazionale:
- Alti Valori etici e professionali;
- Comprovate competenze;
- Verifica del casellario giudiziale.
Art. 8 Responsabilità conseguenti alla violazione dei doveri del presente codice
In caso di trasgressione del presente Codice saranno adottati, nei confronti dei destinatari, gli opportuni provvedimenti e, se necessario, si adopererà per segnalare la trasgressione alle autorità competenti, nel pieno rispetto altresì dei Modelli Organizzativi e di Controllo.
Art. 9 Diritto alla Riservatezza
Ogni attività dell’A.s.d. Nali Yoga è svolta nel pieno rispetto dei principi di riservatezza e tutela dei dati e delle informazioni dei minori.
L’A.s.d. Nali Yoga ha adottato le misure necessarie, adeguate ed idonee per la migliore tutela dei dati dei minori in base al Reg. 2016/679 in materia di privacy e ai destinatari del presente Codice è richiesto il pieno rispetto delle direttive impartite in materia di trattamento dei dati personali.
Le informazioni riservate di cui i destinatari del presente documento dovessero venire a conoscenza, nello svolgimento delle attività di loro competenza non dovranno essere divulgate all’esterno, né essere utilizzate per raggiungere posizioni di privilegio, ottenere benefici o per altri scopi personali.
I Destinatari del presente Codice si impegnano all’utilizzo delle immagini dei bambini affinché venga garantito il rispetto della loro persona.
Si basa sulle seguenti regole:
- prima di utilizzare le immagini del minore deve essere sempre richiesta l’autorizzazione dei genitori o dei tutori legali a cui deve essere spiegato anche l’utilizzo che si intende farne;
- nel caso non si ricevesse questa autorizzazione si è tenuti a rispettare la decisione dei genitori o dei tutori legali;
- è d’obbligo assicurarsi che ogni foto scattata a dei minori sia rispettosa della loro dignità e della loro privacy;
- non sono accettabili immagini di bambini in pose sessualmente allusive o che possano, in ogni caso, avere un effetto negativo sulla loro dignità e privacy;
- è vietato inserire nel web qualsiasi dato sul minore che potrebbe comprometterne la sicurezza.
Art. 10 Pubblicità
L’A.s.d. Nali Yoga si impegna alla diffusione del presente codice per mezzo di tutti i canali a sua disposizione, (internet/intranet).
Art. 11 Rinvii
Per quanto non espressamente previsto dal presente codice si fa rinvio al Codice Etico, al Modello Organizzativo e di Controllo dell’ENDAS e ad ogni norma di legge.
Carpi, 13/08/2024
Il Consiglio Direttivo